Climate change, informazioni per l’uso

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di Erika Pusceddu

L’anello di congiunzione tra la comunità scientifica e il vasto pubblico è formato dai mezzi d’informazione che in tutto il mondo diffondono notizie e dati generalmente considerati attendibili. Sebbene questo sia spesso vero, esistono anche casi di cattiva informazione, fonte di grandi rischi per la seria conoscenza di temi d’interesse collettivo.

Nel caso della crisi ambientale e del global warming, per esempio, si è discusso per decenni sulla veridicità dei dati divulgati e sull’effettiva pericolosità di inquinamento e intervento antropico. Questa incertezza è derivata anche da  una comunicazione non completamente corretta da parte dei mass media, causata da ignoranza sui temi trattati, motivazioni politiche ed economiche o puro sensazionalismo.

È positiva dunque l’organizzazione di una conferenza intitolata “Come cambia il clima dopo Cop21 Parigi 2015? Rischi, scelte, opportunità del new deal climatico e la loro corretta comunicazione”. A presentare l’evento, svoltosi il 6 febbraio 2016 a Castiglione Torinese, presso l’impianto Smat, è stato Luca Mercalli, climatologo Smi (Società meteorologica italiana) e giornalista, insieme ai relatori Daniele Cat Berro, climatologo Smi, e Valentina Acordon, meteorologa. Presentata come corso di formazione e aggiornamento per giornalisti professionisti, la conferenza ha messo in luce le più importanti questioni legate alla crisi ambientale e al clima, dando una panoramica generale sulla situazione delle acque, sulle previsioni climatiche per i prossimi cent’anni e soffermandosi sulle strategie da applicare per una corretta divulgazione dei dati e delle informazioni legate a questi argomenti.

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L’introduzione di Luca Mercalli ha riguardato “Planetary health”, un’immagine della società attuale e delle previsioni per il futuro curata dalla rivista medica “The Lancet”, che potete trovare qui. Quello che emerge è che non siamo mai stati più sani di oggi: abbiamo un’aspettativa di vita di circa 70 anni alla nascita, la povertà è diminuita drasticamente e la mortalità infantile è calata. Sarebbe idilliaco se il tempo potesse congelarsi nel 2016 o se fossimo destinati a migliorare ancora, ma The Lancet sottolinea come questo non sia possibile. Aumento di CO2, acidificazione degli oceani, aumento dell’uso dell’energia, aumento della popolazione e continui interventi antropici hanno modificato profondamente l’equilibrio terreste, intaccando la biodiversità, avviando la degradazione di 1/2 milioni di ettari di suolo ogni anno e causando, come sappiamo, il cambiamento climatico. Nessun problema per la Terra stessa, che avrà il tempo di riprendersi con i suoi tempi e a risanare le ferite, ma un grave problema per gli esseri umani: non abbiamo abbastanza tempo per poter salvaguardare la nostra specie, se non agiamo subito.

È stata questa la critica in merito alla Cop21, che Mercalli ha definito un «importante punto di partenza» dal punto di vista politico, perché per la prima volta tutti i Paesi del mondo sono concordi nel riconoscere la gravità della situazione del clima, ma non sufficiente per salvare la situazione. Gli impegni presi per l’ambiente sono troppo blandi e ci si continua a muovere lentamente. La ratifica della Cop21 è prevista per aprile: vedremo se i Paesi decideranno di portare avanti le proposte presentate a Parigi.

Mantenere il “pianeta sano” ci permetterà di mantenere sani noi stessi e viceversa. L’interdipendenza tra ambiente e umani è scesa in secondo piano e l’antropocentrismo ha giustificato qualsiasi azione e comportamento che ci ha resi una forza geologica in grado di scatenare la sesta estinzione di massa. Niente di nuovo per chi si occupa o si interessa di crisi ambientale da tempo, ma una finestra su uno scenario quasi apocalittico per chi, come la maggior parte delle persone, dà per scontato che gli allarmi sull’ambiente siano pane per sciocchi ambientalisti che vogliono salvare le balene.WP_20160206_010

«I giornalisti si occupano di relazioni tra persone, considerano sempre i fattori sociali ma mai quelli naturali» ha sottolineato Mercalli, citando poi il caso della Siria. Nel 2006 (altrove i dati riportano il 2007 come inizio, Ndr), a causa di una grave siccità, il sistema agricolo siriano è collassato, causando la migrazione di massa dei contadini nelle principali città, già sature dopo l’accoglienza di numerosi profughi iracheni. Questa situazione critica è stata tra i fattori determinanti della guerra civile e dei conseguenti sviluppi che negli ultimi due anni stanno segnando le cronache internazionali.

Perché continuare a sottolineare solo le questioni politiche ed economiche? Siamo parte di un sistema complesso in cui agiscono migliaia di fattori. L’obiettivo della giornata di formazione organizzata dall’OdG probabilmente era far capire questo: Noi esseri umani non siamo isolati e autonomi rispetto al resto del pianeta, ma siamo al contrario inseriti in un sistema che non possiamo continuare a ignorare.

I successivi interventi di Daniele Cat Berro e Valentina Acordon sono stati molto più tecnici, focalizzati a dare un’immagine complessiva di come funzionino le rilevazioni di climatologi e metereologi. Infine, Mercalli e Acordon hanno evidenziato due gravi problemi dei giornali italiani, ovvero l’utilizzo scorretto di alcuni termini e l’uso di fonti non attendibili. Come si accennava all’inizio, il sensazionalismo spesso viene prediletto perché aumenterebbe le vendite, ma talvolta rischia di ingannare il lettore. È davvero inopportuno utilizzare aggettivi quali “eccezionale” o “record” per riferirsi a dati che, se considerati nel ventennio 1981-2010 sarebbero assolutamente nella norma (attualmente i dati divulgati usano come media quella del ventennio 1961-1981, Ndr). Non è nemmeno corretto parlare di “uragani” in Italia – dal momento che si tratta di depressioni equatoriali – per definire forti precipitazioni o come sinonimo di tornado (trombe d’aria) e cicloni. Per quanto riguarda le fonti non attendibili, si è parlato di siti commerciali (es: ilmeteo.it) che sono in grado di anticipare il meteo di oltre sette giorni. Le probabilità di correttezza delle previsioni meteorologiche oltre i 3 giorni sono bassissime, spesso si tratta di scelte casuali su numerose possibilità e quindi l’attendibilità ne risulta compromessa. Questi siti, però, vengono citati e ripresi dai quotidiani che non hanno coscienza della gravità dell’azione che stanno compiendo.

L’attenzione dei giornalisti e il buonsenso, affiancati a una formazione personale e allo studio degli argomenti trattati, potrebbero aprire le porte verso il grande pubblico per una conoscenza veramente informata delle questioni ambientali. I Green Onions Torino, nel loro piccolo, cercano di fare questo: imparare, condividere e divulgare.

Il nostro Green Onion Daniele Martinello con Luca Mercalli, dopo la conferenza
Il nostro Green Onion Daniele Martinello con Luca Mercalli, dopo la conferenza
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