Quattro Green Onions al Campo Antimafia

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di Erika Pusceddu

Come la nascita del gruppo stesso, la decisione di partecipare al Campo Antimafia “Angelo Vassallo”, organizzato dalla Cooperativa 101, è stata improvvisa e spontanea. Anche questa volta l’idea è partita da un singolo e si è poi estesa, riuscendo a contaminare quattro cipolle (Erika, Simone, Anthea, Daniele) che avevano voglia di passare un’estate diversa dal solito. Questo sarà il racconto breve di dieci giorni indimenticabili.

Ci siamo ritrovati tutti e 4 a Porta Nuova il 1 agosto, sotto un diluvio estivo che ci ha dato il buongiorno. Siamo saliti sul Frecciarossa diretto a Roma alle 7.50, pieni di dubbi e aspettative su un’esperienza a noi del tutto estranea, certi di una cosa: volevamo metterci in gioco. Il cambio di treni a Roma è stata una corsa contro il tempo: una corsa alla ricerca di un bagno. Però ce l’abbiamo fatta, abbiamo preso il regionale diretto a Formia-Gaeta. Lì è successo qualcosa di straordinario, ci siamo trasformati in animali su un carro bestiame. Il sovraffollamento tipico dei treni regionali italiani, unito al caldo soffocante, ha reso il viaggio di due ore un vero inferno. Nulla, però, ci ha fermati.

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Il primo giorno siamo stati accolti con grandi sorrisi e siamo stati portati in quella che sarebbe stata la nostra casa nei giorni a venire. Abbiamo dormito per 9 notti all’interno di una scuola, mentre i pasti venivano distribuiti in un’altra struttura, usata come asilo durante l’anno. Subito è stato chiarito come qualsiasi attività all’interno del Campo fosse basata sulla cooperazione e sul lavoro di gruppo, compreso l’apparecchiare il tavolo e il pulire la cucina a fine pasto. Nel pomeriggio siamo stati accompagnati preso “Salita Iella“, ovvero il primo bene confiscato messo a posto dai ragazzi della Cooperativa 101. Al momento il bene viene utilizzato dalla collettività per organizzare eventi e chiunque può chiedere le chiavi direttamente al Comune di Gaeta.

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Le attività del campo erano divise in tre tipologie: lavoro presso i beni confiscati, laboratori e incontri formativi pomeridiani. I beni confiscati in cui abbiamo lavorato erano due, il primo preso in gestione dalla Cooperativa già nel 2014 e adibito a orto quest’anno, il secondo preso in gestione quest’estate e totalmente incolto. Noi campisti ci siamo occupati della raccolta e della cura degli ortaggi in un primo momento, poi della pulizia e della potatura del secondo bene.

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I laboratori erano tanti (mediattivismo, giornalismo, arte, volontariato, ecc.), noi abbiamo scelto quello di ecologia. Il nostro lavoro consisteva nello svolgere un’indagine sulla percezione della pulizia delle strade e del mare a Gaeta. Abbiamo intervistato alcuni residenti e turisti in diverse zone della città, per poi redigere un breve articolo che potete leggere qui.

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Gli incontri formativi sono stati più che altro incontri umani. Abbiamo assistito allo spettacolo “In viaggio con Ulisse” della Cooperativa Sociale Herasmus (link del sito), presso l’oratorio Don Bosco di Gaeta, che ci ha presentato un Ulisse alle prese con corteggiamenti in stile “Ghost”, una Penelope vittima dei chiacchiericci di paese e una Circe molto sensuale ma decisamente poco compresa.

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Il 3 agosto abbiamo avuto il piacere di parlare con Massimo Vassallo, fratello del sindaco pescatore “Angelo Vassallo”, a cui il campo era dedicato. Ci ha raccontato la storia di suo fratello da un punto di vista più personale, in cui non ha avuto spazio la tristezza ma solo l’ammirazione per il coraggio e la voglia di cambiare.  “La legalità esiste. Siamo noi a doverla tenere in piedi, a farla vivere” ci ha detto, durante l’intervista. Che la legalità esista, noi ne siamo certi.

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Abbiamo avuto la possibilità di vedere anche il documentario “Anello di Fumo“, a cui poi è seguito un dibattito, che ci ha presentato il problema dello smaltimento illegale dei rifiuti a Roma. “Roghi tossici e smaltimento illecito, storie di illegalità e buchi normativi. Le origini del fenomeno provengono apparentemente da lontano. Dal mestiere di “robivecchi”, la raccolta del ferro in giro per la città tradizionalmente praticata dalle popolazioni rom e sinti, si genera un sistema collaudato di sfruttamento per il ritiro e smaltimento degli scarti tossici e ingombranti di ogni tipo di azienda, dalle ditte edili o di ristrutturazione sino alla grande distribuzione”.

Sabato 8 agosto, quando ormai sapevamo che l’esperienza sarebbe terminata presto, Antonella Borsellino è venuta a raccontarci la storia del coraggio della sua famiglia. Correva l’anno 1992 quando Paolo Borsellino – omonimo del magistrato e fratello di Antonella -, 31 anni, venne ucciso dalla mafia perché aveva tentato di opporsi ai malviventi che erano riusciti a infiltrarsi negli interessi della sua azienda. Pochi mesi dopo, anche il padre Giuseppe Borsellino fu ucciso perché aveva denunciato i mandanti e degli esecutori dell’omicidio del figlio. Quello che ci ha colpito di Antonella Borsellino è stata la forza con cui ci ha raccontato la sua storia. Noi ci impegniamo a non dimenticarla.

In queste poche righe è impossibile descrivere i legami che abbiamo stretto con gli altri ragazzi, che ringraziamo uno per uno per i bei momenti passati insieme. A casa con noi abbiamo portato bellissimi ricordi e la speriamo di poterli rivedere tutti. Ringraziamo anche tutti i ragazzi della Cooperativa 101 (Alessandra, Chiara, Flavio, Immacolata, Gaetano, Massimiliano e Raffaele) che giorno dopo giorno portano avanti un nobile progetto: combattere la mafia partendo dalla formazione e dall’informazione.

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Queste sono quattro cipolle molto tristi all’idea di lasciare il Campo. Il “no” di Anthea è quasi udibile.

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