BIOPHILIA – BJÖRK: autentica musica ambientale

maxresdefaultdi Fabio Dellavalle

Quest’estate, durante di Europei di calcio disputati in Francia, tante persone hanno tifato Islanda, sognando la favola di un’altra squadra cenerentola, sebbene barbuta e tatuata, che al termine di ogni match batte le mani a tempo insieme al suo pubblico durante il cosiddetto haka vichingo dei geyser. La fata norrena Björk proviene da quel mondo lì: da quella cultura nordica a stretto contatto con la ricchezza del Pianeta, con buona pace di Giacomo Leopardi il quale, nella celebre operetta morale Dialogo della Natura e di un islandese, esprime il suo romantico e sublime pessimismo cosmico.

Biophilia è infatti il nome di un interessante progetto multimediale della poliedrica artista islandese Björk. Innanzitutto è un album di musica elettronica e sperimentale pubblicato nel 2011, contenente tracce dai titoli evocativi come: Moon, Thunderbolt, Cosmogony, Solstice, Virus, Dark Matter. Oltre alla versione standard, il disco è stato anche confezionato in un’edizione deluxe e in una live, registrata durante il concerto al Manchester International Festival. Da quest’esperienza è sorto,inoltre, il film Biophilia Live.

Si tratta in effetti di un onirico inno alla vita: un viaggio acustico e visivo tra macrocosmo e microcosmo, esplorando galassie di suoni e immagini provenienti da tre mondi intimamente intrecciati: Natura, Musica e Tecnologia. L’effetto è un originale collage psichedelico, fluorescente e caleidoscopico, dove l’elemento naturale e quello sintetico si mescolano, dando vita a continue creazioni, che evolvono e mutano in nuove forme seguendo un equilibrio dinamico. Si attraversano così i differenti regni della natura, tra il microscopico e il macroscopico, tra l’infinito e l’infinitesimo, orientati da una bussola audiovisuale i cui punti cardinali sono i quattro elementi naturali della biosfera, cioè acqua, fuoco, terra e aria.

Una ricerca non solo sonora, pertanto, che mischia voci e note, rumori ed energia elettrica, fino a individuare le strutture geometriche dell’universo, che si ritrovano nelle più minuscole particelle della realtà, come un semplice e perfetto cristallo di neve. In questo senso il lavoro di Björk è avanguardistico, quasi un’opera lirica postmoderna o 2.0. Nell’era dei computer compositori e dei sintetizzatori elettronici e digitali automatici, parte sempre e comunque da un essere vivente l’input primordiale. Ecco uno dei messaggi che s’intende comunicare allo spettatore.

Colori virtuali si innestano allora su giochi di melodie e armonie, tramite strumenti stavaganti e sofisticati. In questo contesto acquista notevole rilevanza il ruolo delle percussioni in quanto dispensatori di ritmo. Le battute temporali diventano perciò il simbolo del battito del cuore, che trasmette vibrazioni e pulsazioni all’organismo. Torna dunque in mente la celebre L’Ombelico del Mondo di Jovanotti: esempio paradigmatico di world music, metafora del grande tamburo planetario al centro della Globo, che unisce popoli di culture diverse. Un po’ come capita nella pancia della mamma, e nel grembo della Madre Terra.

C’è anche da dire che la stessa Björk aveva già pubblicato nel 2008 un singolo, in qualche modo ecologico, ossia Náttúra, per promuovere il rispetto dell’ambiente. Tutti i proventi del brano erano stati donati alla Náttúra Foundation. Sempre legato al progetto “Biophilia” è inoltre stato ideato Biophilia Educational Project: app per smartphone e sito web dedicati alla trasmissione delle idee diffuse dall’eclettica artista scandinava. Musica d’ambiente e amore per la vita. Musica per la vita e amore per l’ambiente.

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